MINISTERO DEL LAVORO - RIASSUNZIONE DEL LAVORATORE DOPO BREVE PERIODO DI CESSAZIONE DEL
RAPPORTO DI LAVORO - VISITA MEDICA PREVENTIVA - INTERPELLO N. 8/2013
si informa che il Ministero del Lavoro con l’interpello
n. 8 del 24 ottobre 2013, che si riproduce in calce alla presente, ha fornito
un proprio parere in merito alla corretta interpretazione dell’art. 41, comma
2, del D.Lgs. n. 81/08.
In particolare, il Consiglio dell’Ordine dei Consulenti del Lavoro ha richiesto se la previsione concernente la visita medica
preventiva debba necessariamente operare ogni qualvolta il datore di lavoro
provveda ad effettuare l’assunzione del lavoratore, oppure se sia possibile
derogare a tale disposizione nel caso di assunzioni di uno stesso lavoratore,
successive ad una interruzione del rapporto di lavoro, per mansioni uguali o
sostanzialmente collegate allo stesso rischio.
Tenuto conto che la visita medica preventiva ha l’obiettivo di
“constatare l’assenza di controindicazioni al lavoro cui il
lavoratore è destinato al fine di valutare la sua idoneità alla mansione
specifica” e che la visita medica periodica, qualora non previsto diversamente
dalla relativa normativa, ha una periodicità annuale, la Commissione interpelli ha confermato che, nel caso di assunzioni successive dello stesso
lavoratore, qualora questi sia impiegato in mansioni che lo espongono allo
stesso rischio, nel corso del periodo di validità della visita preventiva
periodica e, comunque, per un periodo non superiore ad un anno, il datore
di lavoro non è tenuto ad effettuare una nuova visita preventiva, in quanto la
situazione sanitaria del lavoratore risulta conosciuta dal medico competente.
Ministero del Lavoro
Roma, 24 ottobre 2013
interpello n. 8
Oggetto:
art. 12, D.Lgs. n.
81/2008 e successive modifiche ed integrazioni- risposta al quesito relativo
alla visita medica preventiva in caso di riassunzione del lavoratore dopo breve
periodo di cessazione del rapporto di lavoro.
Il Consiglio Nazionale dell’ Ordine dei Consulenti del Lavoro, su proposta del Consiglio
provinciale di Palermo, ha inoltrato istanza di interpello per conoscere il
parere di questa Commissione in merito alla corretta interpretazione dell’art.
41, comma 2, del D.Lgs.
81/2008. In particolare l’istante chiede di sapere
“se la previsione di visita medica preventiva di cui all’art. 41, comma 2, lett. a),
del decreto debba ritenersi dovere operare ogni qua/volta il datore di lavoro
provvede ad effettuare l’assunzione del lavoratore o se
nel caso in cui vi siano assunzioni dello stesso lavoratore successive ad una
interruzione del rapporto di lavoro, per mansioni uguali o sostanzialmente
collegate allo stesso rischio, per il quale sia trascorso un termine breve e
comunque entro la periodicità prevista dal medico
competente per la visita successiva non necessita una nuova visita preventiva.”
Al riguardo si osserva che la
sorveglianza sanitaria, disciplinata dall’art. 41 del D.Lgs. n. 81/2008, è effettuata dal
medico competente nei casi previsti dalla normativa vigente.
In particolare l’art. 41 , comma 2, lett. a),
del D.Lgs. n.
81/2008 prevede una visita medica preventiva con l’obiettivo di “constatare
l’assenza di controindicazioni al lavoro cui il lavoratore è destinato al fine
di valutare la sua idoneità alla mansione specifica”.
Il successivo comma prevede una
“visita medica periodica per controllare lo stato di salute dei lavoratori ed
esprimere il giudizio di idoneità alla mansione specifica” la cui periodicità,
“qualora non prevista dalla relativa normativa. viene
stabilita. di norma, in una volta l’anno”.
Tutto ciò premesso la Commissione
fornisce le seguenti indicazioni.
La Commissione ritiene che, nel
caso di assunzioni successive, qualora il lavoratore sia impiegato in mansioni che lo espongono allo stesso rischio nel corso del periodo di validità
della visita preventiva o della visita periodica di cui all’art. 41. comma 2, lett. b),
del D.Lgs. n.
81 /2008 e comunque per un periodo non superiore ad un anno, il datore di
lavoro non è tenuto ad effettuare una nuova visita
preventiva, in quanto la situazione sanitaria del lavoratore risulta conosciuta
dal medico competente.